Il Radon non rappresenta di per sé un grosso pericolo per la salute: è un gas e può entrare e uscire facilmente dall’apparato respiratorio.
Ciò non si può dire per i suoi prodotti di decadimento che, con la respirazione possono raggiungere passivamente l’intero albero bronchiale sotto forma di piccolissime particelle metalliche radioattive.
Il Radon presente negli ambienti chiusi (Radon indoor) viene inalato e trattenuto a livello bronchiale.
Essendo radioattivo, induce delle modifiche nel codice genetico (DNA) delle cellule, provocando “danni” che generalmente sono riparati da meccanismi biologici.
In alcuni casi, tali meccanismi di riparazione non entrano prontamente in funzione e i “danni non riparati” con il tempo possono trasformarsi in tumore.
Come è intuibile, maggiore risulta essere la quantità inalata ed il tempo di esposizione al Radon, maggiore è il rischio che qualche danno non venga riparato nella maniera corretta, avviando potenzialmente la produzione di un tumore (EPA, 2007; Ministero della Salute, 2002; Bucci et al., 2007).
Questo rischio è particolarmente elevato se l’esposizione al Radon si associa a quella al fumo di tabacco: il rischio di andare incontro ad un tumore polmonare causato dal Radon per i fumatori è 15-20 volte superiore rispetto al rischio per i non fumatori (APAT, 2006).