Si tratta di una tecnica applicabile prevalentemente nella nuova edificazione ma adattabile anche in edifici esistenti e consiste nello stendere sull’intera superficie dell’attacco a terra dell’edificio una membrana impermeabile che separi fisicamente l’ edificio dal terreno.

In questo modo il gas che risalirà dal suolo non potrà penetrare all’interno dell’edificio e devierà verso l’esterno disperdendosi in atmosfera.

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E’ una tecnica che già viene normalmente eseguita in diversi cantieri allo scopo di evitare risalite dell’umidità capillare dal terreno.

Spesso tuttavia la membrana viene posta solo sotto le murature (membrana tagliamuro per evitare il rischio di umidità sulle murature a piano terra) ma per essere efficace anche nei confronti del gas radon deve essere posata su tutta l’area su cui verrà realizzato l’edificio.

In commercio sono disponibili numerose membrane “antiradon”; è opportuno tuttavia evidenziare che anche una membrana impermeabile (bituminosa, PVC, ecc.) fornisce adeguate prestazioni, specie se del tipo “barriera al vapore” e sottolineare che la posa in opera riveste un ruolo determinante sull’efficacia della barriera.

Va ricordato infatti che il radon non fuoriesce dal terreno in pressione, ma viene richiamato dalla leggera depressione che si crea all’interno dell’edificio ed è quindi sufficiente ostacolare questo leggero flusso di gas con una barriera sintetica.

Particolare attenzione deve però essere posta alla posa in opera della membrana, evitando qualsiasi tipo di bucatura o lacerazione che potrebbe risultare poco importante nell’arrestare la risalita nell’edificio dell’umidità ma sicuramente più critica per quanto riguarda il radon.

Per questo motivo posiamo innanzitutto una striscia di membrana al di sotto delle murature portanti facendola risvoltare in parte sul piano orizzontale di calpestio.

Una volta completata l’esecuzione delle murature, e poco prima della posa dello strato isolante, oppure del getto del massetto impiantistico o di altro strato di completamento, sarà posata la membrana sull’intera superficie sovrapponendola per una quindicina di centimetri con la parte sporgente della membrana tagliamuro e sigillando o incollando i lembi sovrapposti. In questo modo si limiterà al minimo il calpestamento della membrana e il rischio di rotture.

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